Vento solare, campo geomagnatico terrestre e tutti gli altri parametri che descrivono l'attività di interazione tra la Terra e il Sole sono sempre osservati speciali ma, questo evento, è sfuggito a tutti gli esperti ed ai modelli di previsione. Infatti, nel bollettino emesso dalla NOAA il 29 maggio alle 00:30 UTC, si prevedeva l’assenza di tempeste geomagnetiche per i 3 giorni seguenti. Poche ore dopo, precisamente alle 02:16 UTC è stato registrato il picco della tempesta geomagnetica, e lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA si è ritrovato ad emettere un nuovo avviso per l’evento in corso.

La tempesta è stata causata dall’effetto del vento solare ad alta velocità proveniente da un buco coronale del Sole. L'immagine che segue, catturata dal satellite GOES 19 della NOAA, mostra l’enorme buco coronale presente nel disco solare, esteso in diagonale dall’emisfero Nord all’emisfero Sud, identificandolo come responsabile dell’evento.

I buchi coronali sono regioni a bassa densità e bassa temperatura nella corona solare. La loro caratteristica principale è che le linee del campo magnetico divergono direttamente nello spazio.  Questo permette al plasma solare di fuoriuscire liberamente dall'atmosfera della stella, alimentando così il vento solare. Il flusso in uscita raggiunge velocità molto elevate nei cosiddetti High Speed Streams (HSS), arrivando fino a 800 km/s, e causando un’onda d’urto. Quando la terra attraversa queste zone di intenso vento solare, hanno luogo le tempeste geomagnetiche come quella a cui abbiamo assistito.

L’immagine ancora sotto mostra l’andamento dell’indice Kp, utilizzato per descrivere le tempeste geomagnetiche. Dopo il raggiungimento del valore massimo relativo a questo evento, si sono susseguiti dei valori corrispondenti ad una tempesta di intensità più debole ma comunque significativa.

Le tempeste geomagnetiche possono causare effetti indesiderati sui nostri sistemi tecnologici, come la geolocalizzazione satellitare, i satelliti in orbita, le comunicazioni radio HF e UHF, o ancora i sistemi di navigazione aerea e le reti elettriche. Questi eventi sono anche all'origine delle aurore boreali. La figura successiva mostra la previsione della probabilità del verificarsi di aurore boreali durante l’evento del 29 maggio.

Le tempeste geomagnetiche derivanti da High Speed Streams (HSS), come quella del 29 maggio, sono generalmente meno intense rispetto a quelle derivanti da emissioni di massa coronale (CME), ma sicuramente più difficili da prevedere. L’evento recente mostra che, nonostante le enormi conoscenze acquisite negli ultimi anni nel campo della Meteorologia Spaziale, alcuni eventi sfuggono ancora alla capacità di comprensione e previsione, una ragione in più per continuare ad imparare!