I satelliti europei Meteosat
Il primo satellite meteorologico europeo fu lanciato il 23 Novembre 1977: era il primo della cosiddetta serie METEOSAT, portava a bordo un radiometro multispettrale, il primo con il canale a 6.7 mm (frequenza di assorbimento del vapor d’acqua). Il suo esercizio operativo durò due anni, fino al 1979 quando il suo strumento per riprendere le immagini del globo terrestre entrò in avaria. Nel 1981 fu lanciato il secondo METEOSAT e da allora si è avuto l’esercizio operativo senza interruzioni di un satellite meteorologico europeo.
I satelliti METEOSAT sono di tipo geostazionario: ruotano alla stessa velocità con cui ruota la terra su se stessa, mantenendo fissa la propria posizione rispetto alla superficie terrestre e, di conseguenza, osservano sempre la stessa porzione di pianeta, con un’orbita che si trova ad una quota di circa 36 000 Km.
Attualmente sono operativi i METEOSAT di Seconda Generazione (MSG) lanciati in orbita tra il 2002 e il 2015.
I Meteosat sono equipaggiati con lo strumento SEVIRI (Spinning Enhanced Visible and InfraRed Imager), che acquisisce immagini a 12 diverse lunghezze d’onda nello spettro del visibile e dell’infrarosso.
Il Meteosat-10, trovandosi rispetto alla superficie terrestre nella posizione 0° lat. 0° lon. (cioè in prossimità del Golfo di Guinea), monitora il disco terrestre comprendente l’Europa, l’Africa e parte dell’Oceano Atlantico e Indiano con una risoluzione temporale di 15 minuti.
Il Meteosat-11, backup del 10, è impiegato nel servizio Rapid Scan Service (RSS) e produce un’immagine ogni 5 minuti esclusivamente sull’Europa con lo scopo di seguire fenomeni a sviluppo rapido.
Il Meteosat-9 è impiegato nel servizio di Indian Ocean Data Coverage (IODC) e
monitora una porzione del globo più orientale.
Nei prossimi mesi saranno operativi i nuovi satelliti METEOSAT di Terza Generazione (MTG), il primo dei quali è già in orbita. L’Imager di cui sono dotati fornirà immagini ad una migliore risoluzione spaziale, temporale e spettrale. Inoltre, i satelliti MTG sono equipaggiati anche di un Lightning Imager (LI) che acquisirà la mappa delle fulminazioni e di un Sounder a microonde che fornirà informazioni sul profilo verticale dell’atmosfera.