Erano gli anni dei pionieri della trasmissione via radio, gli anni in cui si susseguono con frequenza quasi giornaliera i progressi e le novità tecnologiche nel settore delle telecomunicazioni. Il telegrafo e il codice Morse stavano cedendo il passo alle trasmissioni senza fili, alla possibilità di far viaggiare il suono in linguaggio chiaro da una stazione trasmittente a molte altre riceventi senza un collegamento fisico. Non a caso i primi contenuti delle trasmittenti di allora erano essenzialmente esecuzioni di brani di musica classica.

Fu però grazie all’intuizione del Comandante Giuseppe Pession, allora Direttore delle Stazioni Riceventi presso il sedime di Roma Centocelle, che alla musica si aggiunse l’informazione. Il Pession, divenuto poi Direttore Generale delle poste e telegrafi, dispose la trasmissione giornaliera del Bollettino Meteorologico del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia. Lo stesso che dopo poco più di un anno fu riorganizzato come Servizio Meteorologico Nazionale “Ufficio Presagi” alle dipendenze del Commissariato per l’Aeronautica. Il bollettino comprendeva le previsioni del tempo sulle regioni, le ultime notizie aerologiche e meteorologiche – oggi li chiameremmo dati provenienti dalle stazioni di osservazione – e lo stato del tempo su Roma delle ore 16, l’ora in cui appunto aveva luogo la trasmissione.

Nonostante la diffusione a dir poco minimale della capacità di ricezione, queste trasmissioni riscossero subito molto gradimento. Uno dei protagonisti della meteorologia dell’epoca, Luigi Ferraioli, Direttore dell’Osservatorio Meteorologico e Geofisico di Taranto, ebbe a commentare sottolineando l’utilità di questo genere di informazioni per tanti settori produttivi, da chi naviga per cielo e per mare, a chi viaggia, a chi lavora in agricoltura e, non da ultimo, a tutti quanti si appassionano studiandola alla scienza meteorologica.

Queste trasmissioni, iniziarono addirittura prima che fosse fondata l’URI, la prima società radiofonica concessionaria per il servizio di radiodiffusione. L'URI nacque infatti nell’ottobre dello stesso anno ed è stata, di fatto, antesignana della RAI, l’azienda pubblica con cui tutt’oggi sussiste un legame di mutua collaborazione nel settore dell'informazione di pubblica utilità. In termini di diffusione dell’informazione pubblica attraverso l’etere, si può quindi dire che la meteorologia e quanti se ne occupavano in quelli che erano gli uffici che sarebbero divenuti il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, è arrivata prima di qualsiasi altro genere di informazione, preceduta soltanto dall’intrattenimento musicale.

Da allora ad oggi, il carattere dell’informazione e divulgazione meteorologica è divenuto sempre più centrale e quanto mai diffuso. Dalla Radio alla TV, dal satellite alla Digital Radio, dai giornali ai siti web e poi alle app, il mondo della comunicazione è evoluto come i pionieri di allora non avrebbero potuto mai immaginare. Tutto è cambiato, certamente, ma resta un punto fermo assoluto, la voce del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.

Fonti bibliografiche: