Una fase cui ha posto fine un ritorno prepotente dell’alta pressione, un anticiclone con matrice mista tra il vicino Atlantico e le latitudini sub-tropicali esteso dal Mediterraneo alla Scandinavia, il cui effetto di compressione della colonna d’aria ha riportato le temperature oltre la media del periodo.
Tuttavia, molto più a nord, alle latitudini polari, stiamo assistendo ad un evento relativamente raro ma molto significativo. In termini tecnici si definisce Stratospheric Sudden Warming di tipo “displacement”, ovvero un repentino riscaldamento della stratosfera polare che sposta verso sud la circolazione di bassa pressione che occupa le latitudini più settentrionali durante la stagione invernale.
Circolazione in stratosfera
L’immagine, prodotta dal Centro Europeo per le Previsioni a Medio termine (ECMWF), mostra molto efficacemente la forte anomalia positiva delle temperature stratosferiche sulle latitudini polari e lo spostamento della massa d’aria fredda verso sud.

Mentre nella troposfera le aree polari sono sempre occupate da una circolazione di bassa pressione per effetto delle dinamiche della circolazione generale dell’atmosfera, in stratosfera si alternano una circolazione di bassa pressione d’inverno – che rende quindi la colonna d’aria uniforme – e una di alta pressione d’estate, che si attiva quando i raggi del sole tornano a splendere anche sui poli e naturalmente, nel nostro caso, ci riferiamo all’emisfero boreale. Capita però con cadenza irregolare, vale a dire non in tutte le stagioni invernali, che la stratosfera polare sia soggetta a degli eventi di riscaldamento molto rapido, dell’ordine di diverse decine di gradi nell’arco di pochi giorni. Questo repentino aumento delle temperature prende origine dal basso e si attiva quando le grandi onde atmosferiche si propagano fino alle latitudini polari, letteralmente “rompendosi” in stratosfera come le creste delle onde del mare e depositando momento anticiclonico nel territorio del vortice polare. Questo provoca un disturbo alla circolazione omogenea del vortice e ne può causare lo spostamento o, in alcuni casi, anche la separazione in due lobi ben distinti. In questi casi, il Sudden Warming si definisce di tipo “Major” che, solitamente, è anche più duraturo.

Ma perché l’inverno potrebbe non essere finito oltre che per il calendario?

I Sudden Warming stratosferici, che di fatto distruggono o spostano temporaneamente il vortice polare, possono avere effetti importanti nella circolazione troposferica, favorendo scambi d’aria lungo i meridiani a discapito della circolazione da ovest verso est che costituisce la normalità delle medie latitudini. Non è detto che questo avvenga, ossia, non sempre le dinamiche stratosferiche risultano essere accoppiate con quelle troposferiche ma, quando questo accade, gli scambi d’aria meridiani possono portare il freddo accumulatosi nell’entroterra europeo verso la parte centrale del continente, a volte fin sul Mediterraneo, con un ritardo temporale che si aggira intorno a un paio di settimane.
L'immagine mostra il vento zonale in stratosfera
Nell'immagine, la previsione di ensemble dell’intensità della circolazione in stratosfera, mostra chiaramente il percorso in territorio negativo dei venti zonali, quindi l’instaurarsi di una circolazione anticiclonica al posto di una ciclonica sulle latitudini polari alla quota di 10hPa, nella bassa stratosfera.

Ad oggi, i prodotti disponibili per la previsione a lungo termine, ossia il modello mensile prodotto sempre dall’ECMWF, non mostrano segni di risposta della circolazione troposferica, né l’instaurarsi di anomalie fredde a sud dell’area polare per cui, per avere informazioni su di una eventuale ripercussione di questo evento sul tempo atmosferico dovremo attendere un po’, almeno finché la scadenza di un paio di settimane non entri nel range temporale dei modelli deterministici troposferici.

D'altronde, l'inverno finisce con l'equinozio di primavera.