Era il 20 settembre 1870, a Roma si fronteggiavano l’Esercito Italiano e le truppe pontificie nella battaglia che sugellò il Risorgimento italiano. Il bollettino meteorologico del Collegio Romano, redatto nella sede storica dell’Osservatorio di Torre Calandrelli, riportava anche eventi tutt'altro che atmosferici. Ma, quel che attira l’attenzione oggi sono le ultime tre parole: magneti poco regolari. Nella dotazione degli osservatori meteorologici dell’epoca erano infatti presenti anche strumenti per la misurazione del campo magnetico terrestre, nella convinzione che le perturbazioni magnetiche avessero una correlazione con le dinamiche atmosferiche e, quindi, che la loro osservazione avesse un valore previsionale.
Nei giorni a seguire, tra il 24 ed il 26 settembre, ebbe luogo una perturbazione magnetica presumibilmente intensa, tanto che le osservazioni riportavano la comparsa dell’aurora polare nelle ore notturne. Osservazione ben documentata anche dal testo riepilogativo dello stesso bollettino mensile.
Sembrerà quindi una coincidenza incredibile ma, qualche giorno fa, nella notte tra il 24 ed il 25 settembre verso le 4:00 (ora locale), l’aurora ha colorato il cielo appena al confine del nostro Paese, sulle Alpi.
L’aurora è un fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre, causato dall’interazione di particelle elettricamente cariche che vengono deflesse dal campo magnetico terrestre e interagiscono poi con la nostra l’atmosfera. Se il flusso di vento solare è particolarmente vivace, l’energia che entra in atmosfera eccita gli atomi di Ossigeno e Azoto, i gas costituenti dell’atmosfera terrestre, provocando un gioco di luci verdi, rosse, rosa o azzurre.
Questa insolita colorazione dell’atmosfera avviene spesso intorno alle zone di addensamento delle linee di flusso del campo geomagnetico terrestre, cioè i poli magnetici (prossimi ai poli geografici). Con una certa frequenza sono quindi visibili alle alte latitudini, vale a dire in Scandinavia, Canada, Siberia, ma è raro vederli in prossimità del 45° parallelo.
Il colore dell’aurora dipende da molti fattori come l’altitudine a cui si verifica, la densità dell’atmosfera, le energie delle particelle coinvolte e la composizione dei gas in atmosfera. L’aurora verde è la più comune da osservare mentre in questo caso il rosso, particolarmente raro, è dovuto alle collisioni delle particelle cariche di origine solare con atomi di ossigeno (O), presente negli strati più alti dell’atmosfera, tra 300 e 400 km di altitudine.
Condizioni meteorologiche caratterizzate da cielo completamente sereno ed elevata trasparenza atmosferica, hanno contribuito all’insolito spettacolo.
La causa di questo fenomeno è dovuta all’arrivo di una bolla di plasma incandescente, costituita da particelle cariche altamente energetiche, detta emissione di massa coronale (CME), scagliata dal Sole il 22 Settembre in direzione della Terra e osservata con il coronografo della NASA.
La curiosa analogia che emerge dal bollettino meteorologico del Collegio Romano del settembre 1870 è quindi estremamente interessante. Questo evento è stato visibile appena a nord delle Alpi, mentre allora in Piemonte si è osservata “una bella luce di aurora polare”, definita addirittura come “la più splendida che si sia finora vista da noi in queste contrade”. L’osservatore dell’epoca riporta infatti che “il nostro magnetometro di Gauss e l’elettrometro biferale erano nel 24 e 25 molto agitati”, proprio a causa degli intensi disturbi nel campo geomagnetico che erano stati registrati.
In quei giorni “il Sole offriva un gran numero di macchie”, infatti la nostra stella si trovava proprio nella fase di massimo del suo ciclo undecennale. Anche noi oggi siamo prossimi alla fase di massima attività solare, definito dall’andamento del numero di macchie presenti sulla fotosfera (la superficie del Sole) che, come vediamo dall’immagine in basso risulta piuttosto elevato sebbene, tenuto conto che si tratta di dati con passo mensile, significativamente più basso di allora.
In sostanza, tanto la situazione meteorologica quanto quella relativa all’attività solare sono state simili, certamente non uguali e, probabilmente anche per effetto dell’intenso inquinamento luminoso dei nostri tempi, l’aurora è stata meno intensa. Inoltre, c’è documentazione certa di diversi altri eventi simili anche nel passato più recente. Per cui, come abbiamo visto, l’aurora boreale in Italia è un evento raro, ma non impossibile.