Siamo in prossimità dell’equinozio di primavera: un periodo particolarmente favorevole, insieme a quello dell’equinozio di autunno, per chi va in cerca delle aurore polari! Si chiama effetto “Russell-McPherron” e prende il nome dai due fisici dell’Università della California che l’hanno spiegato per la prima volta in un articolo pubblicato nel 1973.

Infatti, proprio in prossimità degli equinozi, è favorita l’interazione del vento solare con il campo magnetico terrestre, cosa che facilita l’ingresso delle particelle cariche nella magnetosfera ed aumenta così la probabilità di dar vita a spettacolari aurore nel cielo artico.

In questi giorni il livello di attività solare è molto alto, per la presenza di numerose macchie solari sulla superficie della nostra stella, responsabili di molti brillamenti, alcun idei quali anche piuttosto intensi, che si sono verificati nelle ultime settimane.

Il numero sempre crescente di macchie è dovuto alla fase del ciclo solare undecennale che la nostra stella sta vivendo, prossima ad un nuovo massimo di attività, previsto per il prossimo anno. Infatti come vediamo dal grafico, il numero di macchie mensili presenti sul disco, così come l’indicatore del flusso radio emesso dal Sole, sono in rapida ripresa.

Proprio per effetto di questa attività così intensa, in particolare nella serata del 3 Marzo scorso gli strumenti a bordo dei satelliti hanno osservato un brillamento di classe X, la classe più intensa della scala con cui vengono classificati. Il brillamento è ben evidente, come un lampo, anche nel quadrante in alto a destra nell’immagine della sonda SDO della NASA.

Per chi volesse approfondire, i riferimenti all'articolo di Russel e McPherron sono i fondo alla pagina.
Courtesy of NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams

Bibliografia

Russell, C. T., and McPherron, R. L. (1973), Semiannual variation of geomagnetic activity, J. Geophys. Res., 78( 1), 92– 108, doi:10.1029/JA078i001p00092.