Bellissima l’immagine del satellite polare americano SUOMI che alle 12:35 UTC del 25 novembre ha sorvolato l’Italia, mettendo in luce i contorni di un’ampia zona nuvolosa che dalla Sicilia occidentale era estesa sino alle regioni centrali italiane, quasi un tutt’uno con l’altra area nuvolosa sulle regioni padane.
Eppure l’Italia è sovrastata da un anticiclone robusto, come risulta dalla Analisi al Suolo delle ore 06 UTC sempre di lunedì scorso.
Perché allora tutta questa nuvolosità?

I venti meridionali che spirano sul bordo occidentale dell’alta pressione convogliano aria umida verso le zone tirreniche e questo crea uno scorrimento relativamente caldo ed appunto umido sopra un cuscinetto di aria più fredda formatosi con l’anticiclone. Un effetto molto ben evidente anche dalla rappresentazione grafica del sondaggio termodinamico di Trapani delle ore 00 UTC del 25/11, che evidenzia una marcata inversione termica – temperatura in aumento anziché in diminuzione al crescere della quota - intorno a circa 2000 metri di altezza.
Si creano perciò un tappo termico ed una zona di variazione del vento sull’asse verticale che determinano la formazione e la persistenza di stratocumuli, nubi tipiche di queste configurazioni anticicloniche durante il periodo tardo-autunnale o invernale.
La sommità di questa copertura nuvolosa si attesta intorno ai 4000 metri, ed è congruente con il top dell’inversione che noi abbiamo osservato per la stessa ora, ovvero alle 12 UTC, sempre dal sondaggio termodinamico di Trapani.
Quindi, anche con pressione atmosferica molto alta e teoricamente tale da inibire la formazione di nuvolosità con i suoi moti subsidenti, l'assenza di scambio d'aria lungo l'asse verticale e le giuste condizioni di umidità e ventilaizone, creano uno strato di nubi molto compatto, proprio come quelle che stanno interessando il paese in questi giorni.