Nell’animazione seguente è visibile l’emissione del flare ripresa dal satellite SDO della NASA, in un canale dell’estremo ultravioletto:

Figura 1. Brillamento Solare catturato dallo strumento a bordo del satellite Solar Dynamic Observatory (SDO) della NASA.

I brillamenti solari consistono in un’intensa emissione elettromagnetica in cui vengono rilasciati enormi quantità di energia, in pochi minuti si raggiungono temperature dell’ordine di 100 milioni di gradi in atmosfera solare, e viene emessa radiazione elettromagnetica in tutto lo spettro, incluse onde radio, raggi X e raggi gamma.
I brillamenti sono classificati in base alla loro luminosità nella regione spettrale dei raggi X tra 0.1 e 0.8 nm. La classificazione utilizzata è quella della NOAA, che distingue 5 livelli di intensità, distinti per lettera (A, B, C, M, X) e valore numerico misurato. Un brillamento X2.8 indica la classe più alta, denominata X, e un valore numerico 2.8 che si riferisce all’intensità interna alla classe X.

I flare possono essere responsabili di blackout radio sulla porzione illuminata della Terra, con temporanea degradazione o completa perdita del segnale radio ad alte frequenze (radio HF).  Il fenomeno è dovuto all’interazione tra la radiazione elettromagnetica emessa dal Sole e la ionosfera terrestre. In condizioni normali, le onde radio HF permettono le comunicazioni su lunghe distanze grazie alla rifrazione negli alti strati della ionosfera. Quando si verifica un brillamento intenso, la radiazione nei raggi X e nell’estremo ultravioletto che arriva sulla terra, produce maggiore ionizzazione negli strati bassi e densi della ionosfera: ciò può comportare una degradazione del segnale radio HF, o il suo completo assorbimento. I blackout radio vengono classificati in base ad una scala a 5 livelli elaborata dall’agenzia americana NOAA, che va da R1 a R5.

L’ultimo brillamento record è stato prodotto dalla regione attiva denominata AR 3514, caratterizzata da un campo magnetico molto intenso, che viediamo nella figura seguente.

Figura 2. Il brillamento con un ingrandimento della regione attiva da cui è stato emesso (rispettivamente ripresi da GOES-16/SUVI e SDO/HMI)

L’attività solare è caratterizzata da un ciclo della durata di circa 11 anni, nel quale si alternano un periodo di massima attività ad uno di attività meno intensa. L’attuale ciclo solare, il numero 25, è iniziato nel 2020 e si sta dirigendo verso il periodo di attività solare più intensa, previsto per l’estate 2025, come mostra la figura successiva.

Figura 3. Andamento del numero di macchie solari. (NOAA Data)

L’ultimo brillamento ci conferma che l’attività solare è in fase crescente e, considerando che siamo solo all’inizio di un periodo di intensa attività solare, tale record potrebbe anche essere presto battuto!