L’emissione di una grande quantità di energia elettromagnetica è ben visibile dall’animazione che segue, grazie ad uno strumento dedicato installato a bordo del satellite NOAA – “Solar Dynamic Observatory (SDO)” che osserva continuamente il Sole ad una frequenza nell’estremo ultravioletto (EUV) che permette di monitorare proprio ciò che avviene sulla fotosfera solare.
Associato al flare però, questa volta c’è stato anche il distacco di un filamento solare che si trovava sospeso proprio in prossimità della regione attiva.
Infatti, può capitare che alcune delle protuberanze che fluttuano sopra la superficie solare legate da forze magnetiche instabili e dette filamenti solari, si distacchino dalla nostra stella, liberando una grande quantità di materia.
Ad una particolare frequenza di osservazione, ma sempre grazie al telescopio a bordo del satellite SDO, è possibile osservare la cromosfera solare e distinguere il momento del distacco del filamento.
Una grande bolla di plasma provocata dall’eruzione solare è quindi ora in viaggio nello spazio interplanetario e, molto probabilmente proprio in direzione del nostro pianeta!

Il distacco del filamento in posizione geoeffettiva – così si definiscono i flussi di plasma quando puntano nella direzione della Terra - è stato confermato sia dalle emissioni in banda radio (solar radio bursts) che vengo prodotte proprio quando la massa coronale attraversa l’atmosfera del Sole, sia dalle immagini del coronografo LASCO, a bordo di SOHO, altro satellite della NASA. Da queste  immagini è possibile distinguere un alone simmetrico intorno al Sole, che indica la propagazione della Coronal Mass Ejection (CME) proprio verso la Terra.
Dai modelli numerici di previsione che abbiamo a disposizione la CME impiegherà 2-3 giorni per raggiungere la Terra e, interagendo con la magnetosfera terrestre, potrebbe provocare una tempesta geomagnetica di moderata intensità proprio questa domenica. Per gli appassionati, infine, buone possibilità che le aurore polari siano ben visibili!