Dal momento che la propagazione delle onde radio dipende fortemente dal mezzo trasmissivo, le disomogeneità spaziali e temporali della ionosfera hanno pertanto un enorme impatto sulle comunicazioni tra satelliti e terra (dette transionosferiche) ed in generale su quelle per linea diretta (line of sight, in inglese), come ad esempio quelle “terra-bordo-terra” per gli aeromobili.
In tali casi, inoltre, viene degradata seriamente o addirittura annullata la cosiddetta propagazione ionosferica (skywaves), ovvero il meccanismo con cui si sfruttano le possibilità di riflessione elettromagnetica da parte della ionosfera per le comunicazioni via radio tra punti posti sulla superficie terrestre a grandi distanze.
Considerando le onde corte o HF (High Frequency, con frequenza tra 3 e 30 MHz), utilizzate in un vasto numero di applicazioni di telecomunicazioni per scopi istituzionali, commerciali e amatoriali, le tempeste solari condizionano le proprietà ionosferiche limitando o annullando di fatto la propagazione delle skywaves.
Proprio pochi giorni fa, la notte del 9 Maggio scorso, la regione attiva denominata AR3296 presente sul lembo ovest della superficie solare ha emesso un doppio brillamento di classe M, il penultimo livello della scala di potenza della radiazione emessa utilizzata per classificarle.

Nell’animazione in basso è riportato uno zoom dell’evento ripreso dal satellite della NASA “Solar Dynamics Observatory”, da cui è possibile distinguere i due flash, molto ravvicinati tra loro:

Sebbene non sia stato trai più intensi osservati negli ultimi mesi, il carattere fortemente eruttivo di questo flare ha provocato anche il distacco di una porzione della corona solare (Coronal Mass Ejection), che è stata scagliata verso lo spazio interplanetario a circa 1000 km/s, proprio a seguito dell’esplosione. In particolare la radiazione emessa nella banda di frequenze dell’estremo ultravioletto (EUV), in pochi minuti è arrivata sulla Terra, interagendo con la parte più esterna della nostra atmosfera: la ionosfera terrestre.

Una delle conseguenze di eventi come questo è la possibile degradazione del segnale nelle comunicazioni ad onde corte (HF) o addirittura la loro temporanea interruzione nelle zone del globo illuminate, ossia nelle ore diurne. Nella mappa sottostante, prodotta dallo Space Weather Prediction Center (SWPC-NOAA) per l’evento del 9 Maggio, è riportato in una scala di colori il livello di assorbimento delle onde radio utilizzate nelle telecomunicazioni, dovuto alle interazioni dei fotoni altamente energetici di origine solare con gli strati più bassi della ionosfera terrestre.
Fonte: Space Prediction Center - NOAA

Nei casi di forti tempeste solari gli aeromobili devono tenere conto degli effetti di Space Weather nella pianificazione delle rotte, analizzando i possibili scenari alternativi, ad esempio optando per rotte a latitudini più basse in luogo di quelle polari, quantunque più costose, e mitigando così il rischio di inefficienza dei sistemi di telecomunicazione.