Cari Lettori,
è per me un grande piacere firmare il mio primo editoriale per la Rivista di Meteorologia Aeronautica. Sono passati diversi mesi dal transito del periodico al Reparto Comunicazione, e devo ammettere che, sfogliandone le pagine, il desiderio di vederlo in una nuova veste editoriale mi ha entusiasmato sin da subito. L’idea è quella di una Rivista che riesca a coniugare scienza e divulgazione in maniera dinamica ed efficace in modo da suscitare la curiosità e l’interesse di un pubblico di lettori più ampio. Il notevole numero di accessi, ricevuto sul portale dell’Arma Azzurra, ci conferma, con viva soddisfazione, che le scelte editoriali fin qui intraprese sono state gradite.
Noterete cari lettori, che questo numero autunnale, invita a una riflessione sull’estate appena trascorsa: un’estate particolarmente calda, caratterizzata, per un verso, da precipitazioni violente e temperature straordinariamente elevate e, per l’altro, da incendi dolosi, che hanno inferto 
profonde ferite ai boschi e alle bellezze paesaggistiche del nostro amato Paese.
Il dibattito sui fenomeni estremi e sui cambiamenti climatici è quanto mai vivace: coinvolge la comunità scientifica e la società civile, sempre
più attenta e sensibile verso tali tematiche. Mai, come in questo tempo, la frequenza dei fenomeni estremi nel nostro Paese mostra quanto possa condizionare la vita quotidiana di ciascuno di noi e risultare talvolta persino devastante. I tragici fatti di Pantelleria ne sono purtroppo soltanto l’esempio più recente.
Ad aprire questo numero è “Un’eco dal passato” dove Adriano Raspanti, prendendo spunto da un ricordo del Colonnello Cantù (Decano del Servizio Meteo dell’AM) risalente agli anni Cinquanta, compie un lucido excursus sui diversi tentativi effettuati in varie zone del mondo, compresa l’Italia, per la modificazione del tempo atmosferico. Raspanti descrive alcune tecniche teorizzate per contrastare i cambiamenti climatici, a partire dal bombardamento delle nubi con particolari sostanze in grado di generare pioggia sino alle moderne applicazioni della geoingegneria. Sul medesimo filo conduttore, ma da una prospettiva diversa, si sviluppa l’elaborato di Francesco Sudati, “Relazione tra visibilità orizzontale e inquinanti nella piana pisana”. L’argomento, seppur descritto in una chiave tecnica, è talmente chiaro nell’esposizione, da risultare agevole anche ai “non addetti ai lavori”. In particolare, Sudati prende in esame il legame tra il fenomeno meteorologico “riduzione della visibilità” che si registra nella piana pisana, e l’accumulo degli inquinanti come il particolato fine PM10 e il biossido di azoto NO2. A seguire, l’articolo di Marco Galli propone un interessante approfondimento sulla figura di James Clerk Maxwell, al quale si deve la comprensione del legame esistente tra i fenomeni elettrici e quelli magnetici. La scienza dell’atmosfera include, per sua natura, lo studio dei fenomeni legati all’elettromagnetismo e alcuni tipi di radiazioni elettromagnetiche ed evidenziano i meccanismi principali che regolano i flussi di energia in atmosfera: la meteorologia satellitare è figlia di tali studi comparati. 
Chiudono il numero le nostre consuete rubriche: “Nubi... che passione” curata da Marco Ferrieri, “Gli occhi del tempo”, redatta da Paolo Pagano e infine, “Uno sguardo al clima” del trimestre precedente.
Speriamo possa essere un numero ricco di spunti per tutti gli appassionati.
Buona lettura a tutti Voi, amici lettori.
Giovanni Francesco Adamo