Cari Lettori,
a termine della stagione estiva, eccoci qui pronti a condividere con voi il numero autunnale della nostra Rivista.
Un’estate decisamente torrida, spesso afosa: lo testimoniano le due ondate di calore che abbiamo registrato nei mesi di luglio e agosto scorsi. Possiamo senz’altro affermare che l’ondata di caldo registrata tra l’8 e il 25 luglio può definirsi eccezionale soprattutto in termini di durata, persino trascurando i record di temperatura massima osservati in alcune zone del Paese. L’intensità e la persistenza rappresentano, quindi, i due parametri di riferimento su cui porre la maggiore attenzione. Sebbene negli ultimi cinquant’anni si siano verificati altri episodi analoghi, con picchi di temperature molto elevati, quanto accaduto lo scorso luglio desta preoccupazione proprio per la prolungata permanenza dell’anticiclone africano sul bacino del Mediterraneo e la conseguente intensità dei fenomeni temporaleschi verificatisi al suo ritiro. Con estrema violenza, i temporali hanno imperversato ancora una volta sulle regioni settentrionali, tra cui anche la Romagna, già profondamente scossa dagli eventi alluvionali dello scorso maggio. Insomma, due facce della stessa medaglia, ondate di caldo eccezionali contrapposte a manifestazioni del tempo estreme, con piogge e grandinate davvero straordinarie e spesso devastanti.
Inevitabilmente, tutto ciò ha innescato un acceso dibattito sul climate change, sulle origini e sugli effetti da esso prodotti. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), d’altro canto, invita i Paesi membri - e l’Italia ne fa parte - a mettere in atto politiche idonee a contenere le cause del climate change e ad “attrezzarsi” per far fronte all’aumento dei fenomeni estremi, non tralasciando di curarne il conseguente impatto sociale sulle popolazioni. Senza andare molto lontano, basta soffermarci in Europa, dove abbiamo visto come lo scenario socioeconomico, innescatosi a seguito della crisi Ucraina, abbia dato il via all’aumento dei costi energetici, a cui si è successivamente aggiunta una complicata congiuntura economica. Per molti, concedersi l’utilizzo di un condizionatore, durante il periodo di caldo asfissiante, si è tradotto in un “lusso” difficile da sostenere. Può sembrare un esempio banale, ma aiuta a comprendere non solo l’impatto economico dei cambiamenti climatici ma anche la sua incidenza sulla qualità della vita, soprattutto se queste considerazioni si estendono alle aree economicamente più deboli e depresse del globo.
Orbene, di fronte a questo scenario, pensiamo che la ricetta più efficace sia educare la collettività al fine di renderla consapevole e stimolare così scelte assennate. Cultura e consapevolezza divengono allora gli ingredienti principali per mitigare gli effetti dei fenomeni estremi, a partire dall’adozione di ogni misura preventiva possibile, sia per il monitoraggio costante del territorio, sia per la salvaguardia dell’ambiente.
In tale contesto, il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare svolge la propria parte, contribuendo alle attività scientifiche che hanno luogo nei consessi internazionali e nazionali. Ampio spazio viene dedicato alle iniziative culturali, con particolare riguardo a quelle promosse verso i ragazzi in età scolare, a cui le donne e gli uomini del Servizio partecipano, favorendo, con un linguaggio semplice, la comprensione di meccanismi talvolta complessi, incluse le cause e gli effetti del cambiamento climatico. Ciò contribuisce ad instillare pazientemente in chi ascolta il seme della curiosità e del desiderio di sapere, per essere così protagonisti nel costruire un mondo migliore.
Buona lettura a tutti Voi amici lettori.
Orazio Di Casola