Cari Lettori,
la pubblicazione dell’ultimo numero del 2021 della nostra Rivista, mi consente di condividere con voi l’orgoglio della partecipazione del comparto meteo dell’Aeronautica militare al XXXIII Salone del Libro di Torino. Gli incontri con il pubblico si sono svolti presso presso lo stand della Difesa, dibattendo questioni relative alla sicurezza e alla difesa, ma presentando anche una varietà di spunti di riflessione a proposito dei cambiamenti climatici.
L’opportunità – come leggerete nell’articolo di apertura di Angela Celozzi – è scaturita dalla recente pubblicazione dell’Atlante del Clima e della Meteorologia, in seguito al felice sodalizio nato tra il Servizio Meteorologico e l’editore Libreria Geografica. Non possiamo non augurarci, naturalmente, che l’Atlante possa suscita re l’interesse degli appassionati e soprattutto dei giovani.
Ne abbiamo fatta insieme di strada, amici lettori. Il 2021 è stato un anno davvero ricco di eventi, di appuntamenti, di novità. Tanto per citarne qualcuno, il recente Festival della Meteorologia di Rovereto tra “Scienza e Arte” che ha ospitato – tra le tante iniziative - l’interessante tavola rotonda su ItaliaMeteo, la nuova Agenzia che assumerà presto il ruolo di Sevizio Meteorologico Nazionale. Peraltro, nell’ultimo periodo i media
hanno dato ampio risalto al dibattito in corso sui cambiamenti climatici, soprattutto in seguito agli accordi scaturiti dalla Cop 26, conclusasi a Glasgow lo scorso 13 novembre. L’obiettivo di limitare a 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale, rispetto ai livelli pre-industriali, è ormai una necessità planetaria, che implica significative riduzioni delle emissioni di gas serra. Entro il 2050 – garantiscono i rappresentanti di tutte le
Grandi Potenze intervenute al dibattito – l’obiettivo è emissioni zero.
Qualcuno ha manifestato la propria perplessità di fronte al compromesso a cui si è pervenuti. É tuttavia un fatto che il grado di consapevolezza raggiunta a livello globale sia tale da imporre alla stragrande maggioranza dei Paesi coinvolti l’esigenza di ridurre le cause che incidono con effetti devastanti e talvolta irreversibili sulla modificazione del clima.
L’ultimo ciclone mediterraneo, che dal 28 al 30 ottobre scorsi si è abbattuto sulla Sicilia e su parte della Calabria con conseguenze disastrose gravissime, in termini di perdite economiche, ambientali, ma soprattutto di vite umane, ne è il sintomo che più direttamente ci coinvolge. Non si può restare inerti a guardare: anche il comparto meteo dell’Aeronautica Militare mette a disposizione della collettività il proprio know how. È un’emergenza politica, economica, sociale, culturale, ecologicamente orientata. Non a caso, nel servizio dedicato al ciclone “Apollo”, Giancarlo Modugno ha compiuto un’analisi attenta, puntuale e dettagliata del fenomeno, avendolo seguito in tutta la sua evoluzione: dallo “start” fino all’esaurimento. Alessio Canessa, invece, ha descritto il processo di denominazione delle tempeste messo a punto dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare assieme ad altri Paesi. Chiudono il numero le nostre consuete rubri-che, sempre molto apprezzate e seguite e, per questo, non possiamo non manifestarvi, cari lettori, la nostra sincera gratitudine.
Buona lettura a tutti e consentitemi, intanto, di augurarvi a nome mio e della redazione un sereno Natale e un felice Anno nuovo.
Giovanni Francesco Adamo