Temporali e Sistema Convettivo a Mesoscala V-shaped
Il temporale è un fenomeno atmosferico ben conosciuto. In meteorologia viene classificato come elettrometeora, termine che ne evidenzia la caratteristica fondamentale: l’attività elettrica. A distinguerlo da un semplice rovescio di pioggia è la presenza del fulmine, spettacolare e pericoloso, seguito dal bagliore del lampo e dal tuono, talvolta così fragoroso da essere spaventoso.
È un fenomeno molto frequente di cui tutti conosciamo le caratteristiche più importanti. Ogni temporale ha un ciclo vitale suddiviso in tre fasi: sviluppo, maturità e dissolvimento. Normalmente queste fasi durano complessivamente da pochi minuti a circa un’ora. Vediamole nel dettaglio.
La fase di sviluppo
Il processo ha inizio con la formazione di una nube cumuliforme. L’aria calda e umida dei bassi strati, più leggera, inizia a salire verso l’alto creando una corrente ascensionale (updraft), che fa crescere il piccolo cumulo che, gradualmente, assume la forma di una torre a cavolfiore. In questa fase la componente verticale della nube è predominante e le precipitazioni sono assenti o molto scarse.
La fase di Maturità
La nube temporalesca entra in questa fase quando la corrente ascensionale continua ad alimentarla ma, contemporaneamente, le precipitazioni iniziano a cadere. Questa nuova situazione crea una corrente discensionale (downdraft). Le pesanti gocce di pioggia, precipitando al suolo, si portano dietro anche l’aria che le circonda, generando così un flusso d’aria che scende verso il basso. Questa corrente può essere così veloce da innescare al suolo forti raffiche di vento. La nube, sempre più maestosa, raggiunge così notevoli altezze, fino ad arrivare alla tropopausa, 12.000-15.000 metri alle nostre latitudini durante la stagione estiva, trasformandosi in un Cumulonembo. Questa è la fase più pericolosa, con piogge intense, grandine, frequente attività elettrica e vento impetuoso.
La fase di Dissolvimento
Nella maggior parte dei casi, un temporale tende a consumare l’energia che lo ha innescato tramite le precipitazioni e il vento in breve tempo. La grande quantità di precipitazioni prodotta e la conseguente corrente discensionale prevale sulla corrente ascensionale, segnando l’inizio della fine. In questa fase di dissipazione il bilancio energetico della nube è negativo e l’afflusso di aria calda e umida che la alimentava viene sopraffatto. Possono ancora essere presenti precipitazioni deboli e venti moderati ma l’attività temporalesca si esaurisce rapidamente.
I temporali autorigeneranti
Non sempre i temporali seguono questo schema. In alcuni casi, infatti, possono diventare autorigeneranti: invece di esaurirsi dopo la fase di maturità, si riformano continuamente nello stesso settore, scaricando piogge persistenti e molto intense. Il meccanismo si basa sull’apporto costante di aria calda e umida, spesso proveniente dal mare o dalle pianure, ma anche riferita al normale trasporto di masse d’aria in seno alle perturbazioni, che converge sempre nello stesso punto.
Le nubi mature vengono velocemente spinte in avanti dal flusso delle correnti atmosferiche in quota e liberano spazio per la nascita di nuove celle temporalesche. Così, mentre una cella si indebolisce, un’altra si forma grazie allo spazio liberato dalla precedente, mantenendo il sistema quasi stazionario e capace di rigenerarsi in sequenza, come una specie di nastro trasportatore.
Quando queste strutture raggiungono dimensioni notevoli si parla di MSC, Mesoscale Convective System, SCM se vogliamo dirlo all’italiana, Sistema Convettivo a Mesoscala. Questi sistemi tipici delle medie latitudini hanno spesso una forma di V o di U, particolare questo così frequente che in gergo si parla di sistemi V-Shaped… a forma di V, appunto!
Cos’è un Sistema Convettivo a Mesoscala (SCM)?
Un SCM è un vasto complesso di temporali che interagiscono e si organizzano in un’unica struttura duratura. Può resistere anche per 6–12 ore o più, estendersi per centinaia di chilometri e produrre precipitazioni molto intense e persistenti.
I sistemi a V (V Storm)
La configurazione a V si riconosce soprattutto nelle immagini satellitari, dove il complesso dell’area interessata dalla convezione assume una struttura con il tipico angolo a V, più o meno ampia a seconda delle condizioni.
Affinché si formi, sono necessari venti in quota sostenuti, come il jet stream per esempio, cui corrispondono anche delle correnti negli strati inferiori che spostano la sommità delle nubi, lasciando spazio a nuova aria calda e umida in grado di salire, raffreddarsi e alimentare la convezione.
Caratteristiche principali dei sistemi a V:
Forma a V evidente nelle immagini satellitari;
Elevata attività elettrica, con fulminazioni frequenti e spesso allineate lungo il vertice della V;
Longevità, possono durare per diverse ore;
Persistenza, con sistemi poco mobili e/o stazionari.
Rischi associati, piogge torrenziali e persistenti, alluvioni improvvise, grandine e raffiche di vento molto forti.
Relativamente a quest’ultimo punto, l'alluvione che il 15 settembre 2022 ha colpito le Marche, provocando vittime e distruzione, è stata causata da un sistema V-Shaped.
Immagini METEOSAT MSG in Alta risoluzione visibile conbinata con l'infrarosso enhanced dell'evento alluvionale occorso nelle Marche il 15 settembre 2022. A sx, l'immagine delle 17:00 UTC, in cui le immagini combinate permettono di evidenziare la struttura del Top della nube da cui si inferisce l'intensità della convezione; a dx, l'immagine delle 20:00 UTC, in cui il visibile non è più disponibile ma si nota la persistenza dell'evento.
Dove è più facile osservarli?
Questi sistemi sono comuni soprattutto nelle regioni mediterranee, dove rappresentano una delle principali cause di eventi alluvionali improvvisi, in particolare lungo le coste.
In conclusione
Un sistema convettivo a V è un complesso temporalesco organizzato e duraturo, reso persistente dall’interazione tra flussi in quota e instabilità nei bassi strati. La caratteristica forma a V rappresenta il segno distintivo di una ventilazione asimmetrica sull’asse verticale che consente al temporale di rigenerarsi continuamente nella stessa area, producendo precipitazioni eccezionali.
Riconoscere tempestivamente questi sistemi non è solo un esercizio meteorologico ma una necessità per l’individuazione dei fenomeni intensi. Sapere interpretare bene le mappe di previsione, le immagini satellitari e i segnali premonitori consente infatti di prevedere situazioni potenzialmente distruttive e di attivare in tempo misure di prevenzione e allerta. In una situazione in cui possono manifestarsi fenomeni così estremi, che possono insistere su porzioni di territorio vulnerabile, comprendere i sistemi V-Shaped significa non solo capire le complesse dinamiche che si sviluppano nella nostra atmosfera, ma anche spesso salvare vite e ridurre i danni.