Una settimana fa, il 10/09/2025, nelle prime ore del mattino un forte temporale colpiva il Lazio accompagnato da un’intensa attività elettrica e da piogge abbondanti. Si è trattato di un sistema convettivo a mesoscala (Mesoscale Convective System - MCS) le cui caratteristiche abbiamo già descritto in dettaglio in un nostro approfondimento (
Meteo Aeronautica Militare | I temporali V-Shaped).
Ma come ci appaiono queste strutture nuvolose dall’alto? E quali informazioni possiamo trarre dalla loro osservazione?
Radar e satelliti meteorologici sono sensori di elezione per lo studio dei sistemi convettivi. L’impiego del satellite geostazionario di terza generazione Meteosat 12 (
Meteo Aeronautica Militare | Arrivano le immagini del Satellite EUMETSAT di terza generazione) ha portato, in particolare, a significativi sviluppi in ambito operativo consentendo uno studio sempre più accurato delle dinamiche atmosferiche.
Vediamo, dunque, in azione Meteosat 12 proprio nell’osservazione del sistema a mesoscala di una settimana fa. Siamo alle 02 UTC, le quattro locali, ed i canali di osservazione nell’infrarosso sono quelli di cui disponiamo. Anche in assenza del livello di dettaglio caratteristico delle immagini nel visibile, la risoluzione dello strumento ci consente di apprezzare la complessa struttura del top di nube, resa ancora più evidente dall’utilizzo di una gradazione di colore associata alla temperatura (dal blu – temperature più alte – al rosso – temperature più basse, in una scala di valori comunque negativi). Grazie a queste informazioni, possiamo apprezzare come il sistema sia caratterizzato dalla presenza di almeno tre nuclei convettivi, cerchiati in figura.
Poco possiamo però evincere sull’evoluzione di queste aree ovvero se si trovino in una fase di sviluppo o decadimento. Ci vengono in questo senso in aiuto le osservazioni del Lightning Imager, il rilevatore di fulmini a bordo di Meteosat 12, primo nel suo genere in Europa (
Meteo Aeronautica Militare | le prime immagini del satellite MTG-I1). Sfruttiamo, in particolare, la rappresentazione dell’estensione dei flash. Ciascun flash è il raggruppamento di singoli eventi di fulminazione vicini da un punto di vista spaziale e temporale che occupano, con le loro ramificazioni, un’area più o meno estesa. Le zone convettive in sviluppo, in cui prevalgono correnti ascensionali (updraft), sono caratterizzate dalla presenza di un elevato numero di flash di piccole dimensioni che si dispongono tipicamente intorno all’area di massima convezione della nube, anche detta
overshooting top. Fisicamente ciò accade per la continua separazione di cariche che avviene a seguito del frazionamento e rimescolamento delle particelle in nube per effetto dell’updraft intenso. Più evidente è questo fenomeno, più ci aspettiamo una convezione severa
Meteo Aeronautica Militare | I Fulmini.
Nel caso specifico notiamo come il comportamento appena descritto caratterizzi due dei tre nuclei convettivi (in rosso) che possiamo, quindi, considerare in sviluppo. Al terzo nucleo si associa, invece, un solo flash di estensione maggiore, caratteristica, questa, delle zone in decadimento (cerchiato in verde).
Le osservazioni radar forniscono ulteriori elementi a conferma dell’intensa attività convettiva. La riflettività verticale massima si dispone, infatti, intorno al nucleo freddo con una tipica configurazione ad uncino, indice di un movimento rotatorio che, possiamo ipotizzare, tornadogenica.
Lo studio dell’evoluzione dei sistemi temporaleschi non può prescindere, infine, dall’impiego di moviole che consentano il monitoraggio della nube nel suo spostamento e nel suo sviluppo.
Le immagini raccolte tra le 23 UTC del 09/09 e le 08 UTC del 10/09, poste in rapida sequenza e aggiornate ogni dieci minuti, ben evidenziano lo scorrimento dell’MCS verso est con un comportamento che potremmo definire pulsante: nuclei in decadimento vengono continuamente rialimentati dal flusso di aria calda e umida proveniente dal mare garantendo al sistema una vita di diverse ore.
Meteosat 12 si dimostra già in questi primi mesi di impiego operativo, uno strumento dalle notevoli potenzialità per l’analisi della convezione e la previsione dei fenomeni intensi. Aspetti, questi, centrali per il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare al fine di assicurare la sicurezza delle operazioni di volo ed il supporto alla comunità nazionale ed alle sue attività produttive.